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2014, Film, Recensione

Hunger Games – Il canto della rivolta – Parte 1

A seguito degli avvenimenti narrati ne La ragazza di fuoco, Katniss viene ospitata nel Distretto 13, che si credeva andato distrutto ma che ha continuato a prosperare nel sottosuolo. La rivolta è iniziata e la guerra con Capitol City è vicina. L’arma dei ‘ribelli’ è Katniss mentre Capitol City usa Peeta, che viene usato come pedina in una guerra mediatica fatta di spot e incitazioni alla rivolta, da parte del Distretto 13 e di pace da parte di Capitol City.

Diviso in due parti, l’atto finale della saga di Hunger Games, che incredibilmente ha riscontrato un successo inaspettato ormai due anni fa con l’arrivo del primo capitolo e ripetendo lo stesso successo lo scorso anno con La ragazza di fuoco, questa prima parte delude.
Di fronte ad una regia più curata da parte di Francis Lawrence, che è entrato in cabina di regia da La ragazza di fuoco, che cerca di privileggiare a livello intimo il racconto, i centoventi minuti risultano poveri, senza anima, quasi statici. Quello che doveva essere un aperitivo veloce, risulta essere lungo, noioso e tirato troppo per i capelli. Forse per eccesso di sicurezza, il film cerca una dimensione più intima, vuole raccontare situazione particolari dei nostri protagonisti, cercare le motivazioni, la psiche che muovono queste figure in questa ribellioni, ma escludendo alcune scene ben fatte di altri Distretti che si ribellano ai pacificatori, il resto è rinchiuso in quel Distretto 13, fuori da lì non si va se non per girare quei due o tre spot pubblicitari (che nella realizzazione ricordano molto Starship Troopers) e basta. La possibilità, finalmente, di ampliare il discorso e la storia su tutti i Distretti e su Capital City, viene meno se non nelle sequenze finali, dove finalmente la storia comincia a ingranare bene, ma verremo freddati dai titoli di coda. Il film decide di finire proprio quando la storia cominciava a narrare avvenimenti interessanti e importanti. Una vera delusione.

Hunger Games osa un racconto più autoriale, ma rende questo antipasto, veramente disgustoso, lasciandoci con l’amare in bocca. Il prezzo del biglietto per questo film, o questa prima parte, è assolutamente ingiustificato.

Voto finale: 5/10

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